La realtà raccontata attraverso i numeri non ammette controrepliche. Il redditometro, di fatto, non esiste più o quanto meno non è più centrale. A ripensare adesso a tutte le polemiche e alle aspettative (anche di gettito) con cui era nata la versione «2.0» di questo strumento di accertamento viene anche un po’ da sorridere. Voleva essere una sorta di arma definitiva per stanare chi nasconde all’Erario molti più redditi di quanti non disponga. È finito, invece, ad assumere un «carattere sempre più marginale nella complessiva strategia di contrasto dell’evasione fiscale» come ha precisato a chiare lettere la Corte dei conti nell’ultima relazione sul rendiconto generale dello Stato.