Con l’avvicinarsi della scadenza del 1° maggio sta aumentando l’attesa per il debutto dell’Ape, l’anticipo finanziario a garanzia pensionistica, che consentirà di smettere di lavorare (o ridurre l’orario) a partire dai 63 anni di età ricevendo un reddito ponte fino alla maturazione dei requisiti della pensione di vecchiaia (dall’anno prossimo pari a 66 anni e 7 mesi per tutti).
Se per l’Ape sociale, cioè la prestazione assistenziale in favore di alcune categorie di persone in difficoltà (disoccupati, invalidi almeno per il 74%, chi accudisce un parente con handicap grave) o chi svolge lavori particolarmente pesanti, la partenza al 1° maggio finora è confermata, per l’Ape volontario è probabile un debutto ritardato, perché si sta ancora mettendo a punto la piattaforma informatica che deve far interagire le domande degli interessati, il prestito erogato dalle banche aderenti all’iniziativa e l’Inps che gestirà tutta la pratica.
Tuttavia l’Ape non è l’unica soluzione che consente di “avvicinare” la pensione e ci sono anche altre vie che consentono di anticipare effettivamente l’accesso al trattamento previdenziale, a volte senza costi.