La data è già slittata così tante volte anche nelle stanze di palazzo Chigi e del ministero del Lavoro nessuno se la sente di fissarne una. Ma per l’Ape volontaria il traguardo dovrebbe essere ormai in vista: nella settimana che si apre è attesa la firma della convenzione con banche e assicurazioni che è l’ultimo passaggio prima dell’avvio effettivo del nuovo strumento. Ovvero il prestito che permetterà a chi ha almeno 63 anni di lasciare il lavoro con un trattamento provvisorio, da restituire poi a rate in 20 anni a valere sul trattamento previdenziale definitivo. Realisticamente, viste anche le festività di mezzo, si dovrebbe riuscire a partire nelle prime settimane del nuovo anno.
IL SIMULATORE L’Inps, a cui spetta gestire anche questa forma di anticipo, ha praticamente ultimato il simulatore che darà agli interessati la possibilità di sapere a quale trattenute future corrispondono gli importi richiesti; e quindi di decidere se vale la pena rinunciare a un pezzetto di pensione futura per potersi dedicare ad attività diverse da quelle lavorative. Si tratta di scelte squisitamente personali e questo non permette di fare previsioni sul tasso di adesione; anche se si può immaginare che i numeri più consistenti potrebbero arrivare dalla variante “Ape aziendale”, che prevede un contributo da parte delle imprese per l’uscita anticipata dei lavoratori. In ogni caso le procedure vengono in questi giorni illustrate ai patronati in modo che anche gli intermediari siano pronti al momento di partire. In concreto, gli interessati all’Ape volontaria dovranno per prima cosa presentare la domanda di certificazione del diritto: una volta riconosciuto questo, allora avverrà la scelta dell’istituto di credito chiamato ad erogare il prestito e della compagnia assicurativa (che se ne farà carico in caso di decesso prima della scadenza) insieme alla effettiva domanda di pensione. L’istituto previdenziale dovrà in pratica seguire un percorso differenziato: erogazione dell’Ape con decorrenza retroattiva comprensiva di arretrati (eventualmente fino a maggio 2017) per coloro che il diritto lo hanno già maturato prima del decreto (Dpcm) del settembre scorso che attua la normativa; oppure decorrenza dalla data di certificazione o ancora da quella in cui sarà effettivamente raggiunto il requisito anagrafico. Per l’effettiva erogazione della somma servirà in definitiva ancora del tempo. Il primo maggio di quest’anno è la data in cui in base alla legge l’Ape volontaria sarebbe dovuta partire: da allora l’implementazione si è trascinata prima per la stesura del Dpcm poi della convenzione. Per quanto riguarda i costi, la convenzione conferma per chi aderisce nella prima fase un tasso di interesse al 2,8 per cento anche se leggermente differenziato tra il periodo precedente all’inizio effettivo dell’ammortamento e quello successivo.
LICENZE DA ROTTAMARE Intanto è in vista un’altra novità che porta in qualche modo il nome dell’Ape: si tratta della proroga della rottamazione delle licenze che per tre anni ha permesso ai commercianti di percepire un’indennità in attesa della pensione. Il meccanismo era scaduto quest’anno: con un emendamento in extremis alla legge di Bilancio dovrebbe essere riattivato e inserito nello schema dell’Ape sociale, che a differenza di quella volontaria è appunto un’indennità. Potrà usufruire del beneficio chi riconsegna la licenza a partire dai 63 anni.
Fonte: Luca Cifoni – Il Messaggero